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Filocastrum Fest e Facimu Rota
Spensierata divulgazione della Storia e della Cultura Calabrese |
Si sono appena concluse le due giornate di festa a Motta Filocastro, tenutesi il 9 e 10 agosto scorsi, presentate dall’Associazione culturale “Il Tocco” in forma associata con il comune di Limbadi, cofinanziate con fondi della Misura 2.2 del POR Calabria 2000-2006. Due eventi che hanno avuto come protagonista la storia ed il patrimonio demo-etno-antopologico di questo piccolo paesino e del suo circondario. Per primo, il Filocastrum Fest ha rievocato uno dei momenti più floridi e gloriosi di Motta Filocastro, il periodo in cui il popolo normanno, sotto la guida del Gran Conte Ruggero I D’Altavilla, liberò la Calabria e la Sicilia dai Turchi che le avevano devastate con i loro continui saccheggiamenti, restituendogli pace e benessere. Il Filocastrum Fest ha voluto ricordare come i Mottesi hanno probabilmente accolto il conte Ruggero I ed il suo seguito, che ivi fece costruire un imponente castello con dodici torri. Ruggero ha dominato la politica europea ed ha saputo creare uno Stato ricco, pertanto è facile immaginare lo splendore di quel periodo: nelle sue corti circolavano funzionari dell'amministrazione civile, dignitari ecclesiastici, ambasciatori d'occidente ed oriente.
Il Filocastrum Fest ha avuto così inizio con l’arrivo del Gran Conte a Motta Filocastro, accolto dal vescovo del paese e da tutto il popolo che per l’occasione ha offerto doni e frutti della terra in segno di benvenuto. Subito dopo l’araldo, dall’imponente altezza del suo destriero, ha proclamato l’inizio della festa:
“Madonne e Messeri, che in Motta vivete/o dentro le mura o fuori per le campagne amene/ e pure/ voi, o cortesi forestieri, che da ogni loco qui giungete, / udite! / Lo nostro magnifico Signore,/illustrissimo e glorioso Ruggero conte d’Altavilla, / è giunto tra noi per far riposare le sue stanche e aggraziate membra / e rigenerar la mente sua in cotesto borgo a lui tanto caro.
Salutiamo lui, le superbe dame e li prodi cavalier’ che ‘l fianco suo adornan. / O nostro Signore, /ogni rione fa festa grande per voi, / il seguito vostro e le genti tutte da ogni loco giunte.
Orsù scendete ne le Piazze e ne li rioni! / E fate festa al Signore nostro Ruggero Conte d’Altavilla! Accorrete tutti, o genti de’ ogni contrata che colla vostra presentia / Onorar volete lo magnifico / Conte e la gloriosa Motta, / accorrete tutte a gioir di cotesta nobil presentia / e rimirate pure le botteghe de li mestieri, li fantastici giochi de li reali falchi, / le battaglie di foco, li giocolieri e musici che per lo borgo vanno / a rallegrar lo spirto nostro! / Lo cibo, poi, e lo nettare di tante vigne intorno / possano lo vostro palato far godere / e tutti li sensi e la mente vostra inebriar per una notte.
O gentil popol cortese, se contenti di cotanta festa voi sarete, / tornando a le case vostre ne le contrate / ‘contate di come Motta e li mottesi le feste san fare /e si diverton e fan le genti divertire! “.
Per quest'occasione nel centro storico di Motta Filocastro è stata fatta rivivere la città medievale così come si poteva presentare nella seconda metà del secolo XI con musici, commedianti, giocolieri, trampolieri, sputafuoco, danzatrici, popolani e nobili, inseriti in un contesto urbano che conserva ancora ben presenti le tracce dell'antico passato. Tutto questo, grazie all’aiuto di prestigiosi gruppi impegnati da tempo in rievocazioni storiche quali “L’Agresto”, “La Compagnia dei Ciarlatani”, “I Falconieri del Re”, “La Giostra”, “I Batarnù".
Le contrade cittadine hanno riproposto gli antichi sapori e profumi delle povere ma gustose pietanze della cucina del tempo.
Un antico mercato è stato allestito, mentre ciabattini, fabbri, armieri, intarsiatori e mugnai davano dimostrazione delle loro attività artigianali e la Spezieria, bottega di erbe medicamentose e spezie salutari, offriva la famosa Triaca preparata dai monaci estraendo siero dai serpenti.
Le dimostrazioni di caccia con rapaci come falchi, aquile e poiane hanno entusiasmato la gente, locale e forestiera, che si è trovata catapulta all’indietro nel tempo di quasi 10 secoli.
Il visitatore da spettatore passivo è divenuto attore protagonista della rievocazione e si è ritrovato coinvolto in spettacoli comici curati dagli animatori intervenuti a rendere omaggio al Gran Conte. I visitatori per poche ore hanno vissuto la nostra storia, una storia che speriamo si sia intrecciata per sempre alla loro vita in un ricordo piacevole.
Nella seconda serata, ancora protagonista è stata la storia calabrese con il festival “Facimu Rota”, giunto ormai alla sua terza edizione. Il festival esalta e divulga la cultura popolare calabrese viva fino agli anni ’70 del ‘900, quando prima della disintegrazione del cosmo pastorale e contadino dell’Aspromonte, danzare era un fatto sociale di grande rilevanza, una forma comunicativa adatta ad esprimere i bisogni, i messaggi e gli stati d’animo più complessi e differenti. La stessa danza tradizionale, la tarantella, era sacra nelle occasioni di festa religiosa per chiedere grazia, per mantenere un voto o per semplice devozione, profana per celebrare il carnevale con le sue colorazioni pagane ed edonistiche, assolutamente laica nelle feste domestiche, immancabilmente rituale per matrimoni e battesimi.
Gli ospiti giunti nel piccolo borgo non solo hanno potuto gustare la tradizionale cucina dei contadini e pastori, povera, ma al tempo stesso molto gustosa, ma hanno scoperto gli antichi suoni e strumenti costruiti dagli stessi suonatori locali come la lira calabrese, un cordofono ad arco a tre corde originario del monte Poro e della locride, la zampogna, la pipita ed i fischietti di canna e di legno (mostra a cura del M° Claudio Fittante).
Dopo tanti anni la gente ha potuto non solo ballare la tarantella, ma farlo secondo lo schema tradizionale con la presenza dell’importante figura del maestro di ballo che dopo aver fatto disporre la gente a cerchio in modo da ricavare uno spazio circolare, faceva avvicendare al suo interno i ballerini in modo tale che il ballo si svolgesse sempre e solo tra due persone. Tutto questo al ritmo incalzante di tamburello, organetto e zampogna suonati dagli Zampognari di Cardeto(RC). Infine i concerti dei “Phaeg” e del gruppo locale “I ‘Mpilaturi” hanno riproposto i canti che accompagnavano la vita quotidiana dei nostri antenati, sia nel momento del lavoro come “Il canto dei tonnaroti di Pizzo” sia nei momenti del corteggiamento come i cosiddetti “canti d’amuri”. La manifestazione ha inoltre presentato importanti mostre fotografiche e non solo, curate dall’Associazione Culturale “Il Tocco”, che ha raccolto il materiale nelle case dei mottesi. Il tema è stato quello dei momenti più significativi della quotidianità locale sia privata che di momenti sacri come le processioni e i funerali. Un’intera mostra è stata dedicata ad un’importante figura del secolo scorso, la levatrice, che aiutava le donne durante il parto, la cosiddetta “Mammina”ed un’altra ai ricordi dei mottesi che hanno vissuto la prima e la seconda guerra mondiale.
La manifestazione si è conclusa con “’U Ballu du Cameju”. Il tradizionale ballo che simboleggia la cacciata dei saraceni che occuparono nel X secolo la Sicilia, la Calabria e altre regioni europee affacciate sul Mediterraneo. Nel ballo viene presentato un rudimentale cammello, costruito con canne bucate riempite di polvere pirica intervallate con piccoli petardi.
“Filocastrum Fest” e “Facimu Rota” sono state due serate all’insegna del divertimento sano e spensierato, in un ambiente dove importanti messaggi culturali sono stati lanciati, e dove, speriamo, la gente sia rimasta piacevolmente segnata dalla nostra storia, dalle nostre tradizioni, dal modo di vivere dei Calabresi: gente accogliente e ricca di cultura, cultura che ha bisogno di essere protetta ed attualizzata nella vita di tutti i giorni. Solo non dimenticando le nostre radici potremo riscoprire la nostra identità e rispettare non solo noi stessi ma anche gli abitanti dei paesi vicini e lontani.
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La Laurea di Graziano |
Cari amici Mottesi, il giorno della mia laurea è stato un momento davvero emozionante. Una forte emozione, cresciuta piano piano nei giorni precedenti la data della seduta (21 maggio 2007), che mi smorzava la voce e arrossava gli occhi.
In quei giorni mi sono ritrovato tra le mani alcuni versi tratti dal settimo canto del Paradiso della Divina Commedia:
“Ma perché l'ovra tanto è più gradita
da l'operante, quanto più appresenta
de la bontà del core ond' ell' è uscita”
ed in questi versi ho ritrovato tutta l’essenza della motivazione di tanta gioia.
Il giorno della seduta è stato solo il momento conclusivo di molti anni di duro lavoro e di studio. Anni in cui mai è venuto meno l’incoraggiamento ricevuto da parte della mia famiglia. Nei momenti più difficili non mi sono mai trovato solo, ma sono sempre stato incoraggiato a dare il meglio e a credere nelle mie capacità dai miei familiari e dai miei amici che tempestivamente mi hanno offerto consigli e sostegno.
Grazie a tutti di cuore, Graziano.
Canzone dal titolo “O papà” scritta e cantata dagli amici di Motta per Graziano in occasione della sua Laurea:
Paese mio che stai sulla collina
Non sai chi mi vinni ‘nta testa stamatina
Che quando sono grande l’ingegnere voglio far
Pe’ chistu aiu u vaiu all’università.
Finirà, finirà st’università
Finirà un bel giorno chi lo sa
Mi chiedevo già da tempo quando questa finirà
E specialmente su dumandava il mio papà.
Gli amici miei cominciavan ad andar via
Eppuru io mi trovava sempri jà
È veru che io stavo bene in compagnia
ma sutta sutta no’ vidìa l’ura di andar via.
Finirà, finirà st’università
Stai tranquillo che un bel giorno finirà
Mu dicia tutti i jorna pure il mio papà
Stà’ tranquillo… i ‘ncuna manera finirà.
Amore mio cusapi aundi si
Di fimmini ndi vitti a dui e a tri
Volia pemmu l’abbrazzu a tutti quanti addaccussì
Ma poi m’abbaraundava … megghiu cusì.
Finirà, finirà st’università
Io sperava prestu, prestu finirà
Accussì ‘ncuna fimmineja la mia mano accarezzerà
E le mie labbra no’ sulu u biccheri baceran.
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E oggi amici chi simu tutti ccà
Pe festeggiari a stu figghiolu ccà
Oramai non ci credemu ca stu iornu arrivava già
E menu i tutti ‘nci cridia il suo papà.
Finirà, finirà st’università
Tu ripetivi notte e jornu finirà
E adesso che il tuo giorno è arrivato eccolo qua
TI AUGURIAMO OGNI BENE E FELICITA’.
O papà, o papà, o papà
Mo finivi pe’ d’averu l’università
E speriamu pemmu trovu nu lavuru magari ccà
Senno aiu puru io a emigrà.
O papà, o papà, o papà
Io comunque ti ringraziu pecchì su ccà
Quanti mura chi facisti e soletti chi lo sa
Pero speru ca mo ti dezi na felicità.
E a vu tutti cari amici chi siti ccà
Eni bonu mu sapiti ca chiustu ccà
Puru se ‘nci vozi tempu mu finisci l’università
SIMU SICURI CA NU GRANDI ‘NGEGNERI SARA’.
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Una grande famiglia fa festa il lunedì dopo la Pasqua |
Ogni anno, come è tradizione, ogni famiglia organizza una gita in campagna per festeggiare il lunedì di Pasquetta, e questo accade anche a Motta. Ma da un po’ di tempo i mottesi cercano di condividere questo giorno tutti insieme, parenti ed amici, come una grande famiglia.
Così, arrivare alla piantagione di ulivi “du Zi’ Ciccio Biasi”, in località Casale, e vedere gruppi di giovani giocare a pallone e a pallavolo mentre i più adulti si destreggiavano tra fuochi, griglie, pentole di terracotta e tavoli, è stato un bellissimo ed entusiasmante modo di iniziare la giornata.
Alle 13 in punto tutti a tavola, 130 posti occupati degnamente mentre i commensali si scambiavano brindisi di buon augurio:”Mbippi ncunu biccheri i vinu e mi sentu brillu, chistu brindisi è pe Mastru Ciccillu”,”U vinu è bonu e a carni è cotta, nu brindisi ai ragazzi da Motta”…..
Poi, dopo aver aperto il grande uovo di Pasqua,forse 20 Kg, tutti a ballare. Naturalmente le danze si sono aperte con la tradizionale tarantella ma non sono mancati momenti di musica latino-americana e da discoteca, mentre altri amici arrivavano e si univano alla festa.
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Piccole cadute e tante risate sulla neve |
Mottesi in Sila per una domenica, quella appena trascorsa, da non dimenticare. Partiti di buon mattino abbiamo affrontato il lungo viaggio in pullman con la buona compagnia dei ragazzi e ragazze di San Calogero. Giunti all’interno della Sila Grande, la splendida vista dei boschi di pini larici e faggi e la magia del lago Ampollino, che fa da specchio a questo incantevole scenario, hanno ammutolito le nostre bocche rimaste aperte nell’incanto della bellezza della nostra Terra. Non appena arrivati a Villaggio Palumbo, una delle migliori strutture di servizi turistici invernali in Calabria, ci siamo lanciati con gli slittini sulle piste imbiancate; poco dopo è iniziato a nevicare e così è stato per tutta la giornata. Dopo il gustoso pranzo a base di pietanze tipiche silane, non contenti dei colpi accusati durante la mattina per le cadute dagli slittini, siamo stati al palaghiaccio, dove per alcuni di noi l’impresa non era pattinare, ma riuscire a stare in piedi! Tutto questo tra risate e giochi mentre fuori la neve scendeva abbondante. Nel tardo pomeriggio, ormai esausti, abbiamo intrapreso il viaggio di ritorno.

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Argenti di Calabria testimonianze meridionali dal XV al XIX secolo |
La mostra Argenti in Calabria – Testimonianze meridionali dal XV al XIX secolo è
una prima assoluta.
Organizzata dalla Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed
Etnoantropologico della Calabria e curata dal Soprintendente Salvatore Abita,
realizza un’impresa di grande valore scientifico e culturale fino ad ora mai
tentata: raccogliere ed ammirare in un’unica sede - il prestigioso Palazzo
Arnone a Cosenza sede della Galleria Nazionale di Cosenza - i manufatti più
preziosi e significativi del patrimonio degli argenti della Regione.
La selezione di un corpus espositivo di centottanta oggetti, provenienti dalla
copiosa suppellettile liturgica della Calabria, documenta un itinerario
cronologico e spaziale di tendenze artistiche che, tra importazione e produzione
locale, si snoda dal Quattrocento all’Ottocento con inusitata varietà e
ricchezza.
La Calabria ha conservato quanto in altri luoghi è andato invece
irrimediabilmente perduto e pertanto capolavori di indiscutibile bellezza e
raffinata esecuzione offrono l’idea e la suggestione, in uno straordinario
percorso tra storia, devozione e fede, di quella sontuosità dei tesori delle
chiese calabresi che, dalle antiche e storiche cattedrali fino alle più piccole
parrocchiali di sperduti centri montani, variamente espressero nel tempo
l’adesione alla cultura artistica meridionale.
L’esposizione, ricca di problematiche critiche, rappresenta un approfondimento e
un evento dovuto considerando il progresso degli studi dal 1933 a oggi: studiosi
come Alfonso Frangipane e Angelo Lipinsky hanno raccolto ed esaminato il
patrimonio argentario della Calabria evidenziandone la qualità e le singolarità
e dando giusto risalto ai più interessanti e significativi manufatti. Tra questi
senz’altro primeggia la Croce astile di Morano Calabro (Cosenza), datata 1445,
che apre la mostra e sintetizza il problema della produzione calabrese
quattrocentesca, erede di quella precedente medioevale e ben inserita negli
sviluppi artistici del Regno di Napoli, come hanno evidenziato Elio e Corrado
Catello, i maggiori studiosi dell’arte orafa del Mezzogiorno. A sviluppare gli
stessi esiti locali concorrono le Croci astili di Grisolia (Cosenza),
Motta
Filocastro (Vibo Valentia) e Pizzoni (Vibo Valentia), fronteggiandosi con la
napoletana Croce astile di Nocara (Cosenza) che reca il bollo napoletano e
quindi partecipa dei coevi modelli e soluzioni stilistiche.
Tra le opere quattrocentesche di impareggiabile valore e bellezza, da tempo
presenti nei repertori italiani dell’arte argentaria meridionale, spiccano le
celeberrime ferule vescovili di Reggio Calabria e di Tropea (Vibo Valentia),
l’enigmatico Calice d’oro di Cosenza, la Sfera Greca di Rossano Calabro
(Cosenza).Per il Cinquecento l’inedito patrimonio delle
chiese dell’area reggina, che per l’occasione si mostra finalmente con numero
davvero importante di pezzi straordinari, di argentieri napoletani, messinesi e
calabresi: dalle pissidi di Rosarno (Reggio Calabria) e Spilinga (Vibo Valentia)
alle Corone della Madonna dell’Isodia di Bova del 1614.Veri capolavori dell’oreficeria meridionale sono lo
splendido Parato festivo della Madonna del Pilerio di Cosenza (realizzato in
oro, perle, diamanti e altre pietre nel 1607 su committenza di Giovan Battista
Costanzo, benemerito arcivescovo cosentino dell’epoca) e la Manta
dell’Achiropita di Rossano (sbalzata tra il 1629 e il 1645 verosimilmente da
Orazio Scoppa per l’arcivescovo Pietro Antonio Spinelli).
Il Seicento e il Settecento, secoli ricchi di testimonianze in un seguito
ricostruito quasi ad annum, risulta egregiamente rappresentato da busti e statue
intere d’argento, più di dieci grandiosi pezzi in uno straordinario scenario che
continua fino all’Ottocento con il bellissimo busto di San Fortunato martire
realizzato da Gennaro Pane, argentiere napoletano, per la Cattedrale di Mileto
(Vibo Valentia).
L’Ottocento raccoglie opere dei più importanti argentieri napoletani: Giovani
Casolla, Vincenzo Caruso, Mattia Condursi, Emanuele Galia, Gennaro Romanelli,
Giuseppe Rossi, Gabriele Sisino. Tra tutti è da ricordare particolarmente
Raffaele Perretti, vera scoperta della mostra calabrese, perché consentirà di
attribuire molti oggetti custoditi in chiese e raccolte meridionali per
l’identificazione corretta del suo punzone personale.
La mostra verrà inaugurata a Cosenza – Palazzo Arnone il prossimo 1° dicembre
2006.
L’evento è stato reso possibile grazie alla straordinaria disponibilità
dimostrata da tutti i rappresentanti della Chiesa di Calabria: arcivescovi,
vescovi e parroci, dai priori delle Confraternite e dai rappresentanti
dell’Amministrazione regionale e di quelle provinciali e comunali direttamente
interessate alla manifestazione.
La rassegna è accompagnata da un raffinato catalogo edito dall’editore Paparo di
Napoli che, grazie alle splendide foto realizzate appositamente per l’occasione,
si presenta esso stesso come un’esposizione e, nel contempo, come un valido
mezzo di informazione scientifica e didattica, in grado di offrire al pubblico e
agli studiosi, attraverso l’attenta redazione, nuove pagine di storia e d’arte
calabrese. (tratto da "Il Quotidiano della Calabria" del 2
febbraio 2006)
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Medieval Studio - “Il Tocco” della Moda |
Alla festa di inaugurazione dello Studio della
parrucchiera Mimma Ionadi, domenica 28 gennaio alle ore 16.30, era presente una
gran folla di persone rimasta piacevolmente colpita dal particolare stile del
“Medieval Studio” - “Il Tocco” della Moda.
Il “Medieval Studio” si trova nel Corso Pietro Lazzaro (fu Corso Vittorio
Emanuele III) nei locali che un tempo appartennero a “Mastru Carmelu ‘u varveri”.
La casa è stata sapientemente ristrutturata ed il salone offre oggi uno
splendido connubio tra l’antica architettura locale e la funzionalità della
tecnologia moderna.

Motta Filocastro dispone di un grande potenziale per effettuare investimenti che
vanno nella direzione del recupero architettonico ed operare nei più svariati
settori economici. In questo modo, la profonda armonia tra uomo e ambiente che
lo circonda permette di sprigionare la più alta creatività ed energia.

Durante la cerimonia sono state proiettate splendide acconciature realizzate da
Mimma alle bellezze locali, ragazze e ragazzi di Motta e dei paesi vicini, ed
inoltre la permanenza degli ospiti è stata allietata da un ricco e gustoso
buffet di dolci e bevande. Le foto delle acconciature più peculiari sono state
raccolte in uno splendido calendario da tavolo divenuto prezioso omaggio per
tutti i presenti.
Entusiasti di questa bella iniziativa rinnoviamo i nostri più sentiti auguri a
Mimma e le facciamo un grosso in bocca al lupo per il futuro.
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“Cusì era ‘u Natali” - Rievocazione storica nel piccolo borgo medievale |
Si è svolta a Motta Filocastro, il 26 dicembre scorso, la rievocazione storica “Cusì era ‘u Natali”. La manifestazione è nata con lo scopo di ricalcare il clima di attesa e di festa così come si racconta fosse tra i nostri avi agli inizi del ‘900. “Cusì era ‘u Natali” non è stato soltanto la messa in atto di un presepe vivente, ma è stato soprattutto un tentativo di riappropriarci della gioia di fare festa così come era agli inizi del secolo scorso nelle nostre comunità agro-pastorali.
Il piccolo borgo medievale è divenuto un teatro naturale dove i numerosi laboratori di un tempo, il fabbro, il falegname, il costruttore di botti, il ciabattino, il fornaio, il cestaio, “u bumbularu”, le tessitrici e le lavandaie hanno fatto da contorno alla rappresentazione sacra della Natività.
Il profumo ed i sapori delle caldarroste e dei dolci fatti sul posto hanno allietato i visitatori che si sono avventurati per i vicoli stretti e tortuosi del centro storico. I suoni degli zampognari di Cardetto hanno contribuito a creare un clima di serenità e buon augurio ricordandoci le sere lontane in cui per le vie del paese risuonava la “strina” (strenna).
La festa si è conclusa con la degustazione di prodotti locali in piazza attorno al fuoco caldo ed accogliente del falò ed al suono di organetto, zucu e tamburello che hanno spinto i presenti a ballare il ritmo incalzante e inarrestabile della tarantella.
La realizzazione di questo progetto, giunto alla seconda edizione, è frutto della collaborazione tra la scuola dell’Infanzia Mater Romaniae di Motta Filocastro e l’associazione culturale “il Tocco”.
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I ragazzi di
Motta Filocastro in concerto a Nicotera
(09/01/2007) |
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Quest’anno
presso la Cattedrale di Nicotera si è tenuto il concerto dei ragazzi
dell’Istituto Comprensivo di Limbadi.
Fra i
numerosi studenti vi erano anche dei talenti di Motta. La giovane orchestra è
stata diretta da cinque maestri tra cui il nostro compaesano Romolo
Calandruccio. La Cattedrale per l’occasione era gremita di persone. I brani
proposti dai musicisti sono stati attinti dal repertorio dei classici di Natale
come Silent Night, O Tannenbaum, Minuit Chrétien, Adeste Fidelis, White
Christmas e per la più grande gioia del pubblico, di cui ha anche richiesto un
bis, I Will Follow Him, tratto dal film Sister Act.

Presenziare a tale concerto è stato per noi una delizia in quanto abbiamo potuto
ascoltare brani tradizionali come Les Anges dans nos campagnes e colonne sonore
di alcuni film recenti per i bambini come la dolcissima interpretazione tratta
dall’omonimo film La Bella e la Bestia. Il direttore dell’orchestra ha
evidenziato non solo la perseveranza dei ragazzi e la loro devozione nel lavoro
assiduo ma anche l’incoraggiamento da parte dei genitori, del parroco della
Cattedrale e del loro Dirigente Scolastico al quale è stato donato un premio di
riconoscenza.
Tutte le mie felicitazioni vanno, dunque, come ho già detto, agli insegnanti dei
rispettivi strumenti e, naturalmente, a questi bravi ragazzi e ragazze la cui
devozione a questa “passione” è evidente. Essi hanno l’opportunità di potersi
divertire e sviluppare il loro talento apprendendo una disciplina. Potranno con
la loro musica creare una possibilità per un futuro successo e nello stesso
tempo, facendo fruttare i propri talenti, apporteranno gioia e bellezza nei
cuori.
Padre Alphonse Owoudou |
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La Santa
Cresima a
Motta Filocastro
(16/11/2006) |
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Lo scorso 28 ottobre il vescovo della diocesi di
Mileto-Tropea-Nicotera, Monsignor Domenico Tarcisio ha celebrato nella nostra
comunità-insieme a Don G.Saragò e Don Mario Miserino la Santa Cresima. La
cerimonia si è svolta in maniera composta e commovente, l´intera comunità si è
adoperata per l´ottima riuscita della stessa.


Un plauso, in particolare, va ai ragazzi cresimandi
di Motta che si sono impegnati moltissimo nei diversi anni per il raggiungimento
di tale meta. L´associazione coglie l´occasione per porgere i propri auguri a
tutti i cresimandi e in particolare ai soci Patrizia Limardo e Irene Ingegneri.
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Auguri a Maria Teresa Ingegnieri e a tutta Motta Filocastro!
(09/11/2006) |
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Il 24 ottobre 2006 si è laureata, presso l’Università degli Studi di Messina, in Medicina e Chirurgia, la nostra Maria Teresa Ingegnieri.

Un importante traguardo non solo per la neolaureata ma per l’intera comunità Mottese. Apporto essenziale allo sviluppo sociale, culturale, ed economico del piccolo paese: il lavoro del singolo, frutto di cui godrà l’intera comunità, frutto maturato non solo con l’impegno individuale ma con l’ausilio collettivo.

Per questo ti vogliamo ringraziare Maria Teresa, per l’arduo compito e i sacrifici sostenuti in questi anni accademici; grazie per il tuo impegno e per i risultati conseguiti ed ancora tanti auguri a te e a tutta Motta Filocastro!
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E adesso non resta che aspettare!
(06/11/2006) |
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Il 28 ottobre 2006 si è concluso l’iter preparativo del vino che berremo il prossimo anno durante la manifestazione culturale “Facimu Rota”: “’mbujammu a gutti” (abbiamo tappato la botte)! Una bella botte di rovere da ben 335 litri Signore e Signori!
La vendemmia è stato un momento indimenticabile per noi ragazzi, sempre più rapiti da questa società moderna che ci allontana dall’ambiente contadino dei nostri genitori e ci conduce verso un mondo iper-tecnonologico.
Il lavoro che diventa divertimento, condivisione, festa!

Sabato 14 ottobre alle 8:30 già i primi “operai” erano a Limbadi in località “Falconiera”. Uno splendido scenario di fronte ai nostri occhi: un’immensa coltivazione biologica di “Magliocco Tondo” e “Magliocco Canino”, vitigni a bacca nera di origine greca. La raccolta si è conclusa verso le undici, quindi ci siamo spostati in località Cicria, presso la famiglia Mazzeo
Francesco, per procedere alla pigiatura dell’uva.

Il lavoro è proseguito l’indomani con la svinatura,
"a stuffata", ed il travaso del mosto nella botte.
Momento cruciale di questo processo lavorativo, che risulterà sicuramente determinante per la qualità del nostro vino, è stata la cena a fine serata (erano le 23 quando abbiamo finito di lavorare!).

Martedì 28 ottobre è finalmente terminata la fermentazione del mosto e si è potuto procedere alla chiusura della botte con tappo in rovere e calce. Speriamo bene!
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Completati i lavori di restauro alla Chiesa di Gesù e Maria.
(20/09/2006) |
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Sono stati completati
i lavori di restauro e risanamento conservativo della Chiesa di Gesù e Maria.


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Quotidiano"
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A Motta è festa!
(27/07/2006) |
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..E’
stata davvero una settimana all’insegna della gioia e del divertimento nel nostro
paese.
Mercoledì 19 ha conseguito la laurea in Lettere con la votazione 110/110 la
nostra amica Silvana, che dopo aver brillantemente discusso la tesi nell’aula
magna dell’ateneo messinese, ha offerto a parenti e amici, nella splendida
cornice del Cliffs Hotel, una lauta cena.

Sabato 22 è convolato a nozze Giuseppe Mercuri, che durante una commovente
cerimonia religiosa, ha promesso eterno amore alla sua Elisa.

Dulcis in fundo, domenica 23 il nostro amico Graziano ha festeggiato i suoi
primi 31 anni. Che festa, ragazzi! Rigorosamente a sorpresa e organizzata nei
minimi particolari dalla insostituibile Monica.

Inutile dire che il menù è stato fatto su misura per il festeggiato e presentato
in un modo impeccabile, grazie anche all’aiuto di Giuditta, una nuova amica di
Locri.

Momento clou della serata la canzone inedita di Graziano “O papà” che speriamo
presto di vedere in vetta alle classifiche dei dischi più venduti.
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Un Anno di Tocco!
(06/07/2006) |
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Era il mese di dicembre del 2004, i
ragazzi e le ragazze di Motta organizzavano di nuovo tutti insieme, per la prima
volta dopo tanti anni, il tradizionale falò della vigilia di natale. Una vigilia
indimenticabile: tutto il paese in piazza fino ad oltre la mezzanotte in un
atmosfera di gioia ed armonia. Nei giorni successivi tutti parlavano della bella
vigilia trascorsa, la scintilla della cooperazione era scoccata.

Da questa prima esperienza è
cresciuta l’idea di costituirci come associazione per valorizzare il nostro
paese e favorire la vita di comunità. Quindi la manifestazione “Facimo Rota” del
10 agosto scorso, nelle nostre menti concepita come una piccola festa di paese e
dimostratasi un bel momento di divulgazione delle nostre tradizioni contadine
del nostro patrimonio musicale. Poi tante altre manifestazioni e la nascita del
sito che ci ha dato la possibilità di metterci in contatto con i nostri paesani
emigrati. Ma la nostra più bella conquista è stata ed è il confronto, principio
ispiratore di tutte le nostre attività ed al tempo stesso strumento che
favorisce la crescita di tutta la comunità.
Esattamente un anno fa eravamo seduti
davanti ad un notaio a sottoscrivere l’atto costitutivo dell’Associazione
Culturale “Il Tocco”, oggi 4 luglio 2005 siamo nei locali dell’asilo, non
finiremo mai di ringraziare le suore per la loro disponibilità, davanti ad una
torta di otto chili a festeggiare il nostro primo anniversario (e la
qualificazione dell’Italia alla finale dei mondiali, abbiamo visto tutti insieme
la partita proiettata su un maxi schermo).

In questo primo anno appena trascorso
abbiamo fatto molto e molto c’è ancora da fare; da mesi stiamo lavorando alla
seconda edizione di “Facimu Rota” in concomitanza alla prima edizione del
“Filocastrum Fest”, alcuni dei gruppi che abbiamo contattato analizzando il
nostro programma ci dicono di prepararci ad accogliere migliaia di persone, noi
restiamo un pò increduli a queste parole ma continuiamo a lavorare e a fare del
nostro meglio per il nostro paese. |
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Il Gioco Guidato della Solidarietà a Motta
Filocastro (26/06/2006) |
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Nel magnifico "giardino della solidarietà"
all'interno del quale molte persone lavorano, scrivono, parlano, lottano
affinchè ogni giorno possano sbocciare nuovi fiori e maturare nuovi frutti opera
anche l'Associazione Solidarietà del Comune di Limbadi. Quest'anno
l'Associazione, anche nel tentativo di sostenere i genitori che lavorano e al
fine di valorizzare il tempo della pausa estiva ha pensato di "educare" alla
solidarietà organizzando nei locali dell'Istituto Scolastico Comprensivo di
Limbadi "Il Gioco Guidato della Solidarietà".

Alla manifestazione, attivata dal 12 giugno al 1°
luglio, partecipano 80 bambini dai 6 agli 11 anni ai quali, attraverso giochi ed
escursioni varie si cerca di avvicinarli concretamente al valore della
Solidarietà.
I bambini partecipanti al gioco sono divisi in cinque squadre che si sfidano
ogni giorno in diverse competizioni; il punteggio più alto viene assegnato alla
squadra che dimostra maggiore solidarietà verso gli altri.

E' così che nascono i primi boccioli di solidarietà: ora nel piccolo gesto di
dividere la merenda con il compagno; ora nella raccolta di tappi di plastica per
partecipare al progetto "Dall'acqua per l'acqua ...facciamola bere anche in
Tanzania" promosso dalla Caritas di Livorno in collaborazione con il Cmrs; ora
nel donare un proprio giocattolo a chi non ne ha. Boccioli destinati a diventare
col tempo un campo di fiori con i colori dell'amicizia, della condivisione, del
sostegno e dell'unità. |
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Risate e ricordi all'asilo
(12/06/2006) |
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Per
salutare le suore pellegrine a Motta Filocastro, Domenica sera, 4 Giugno, la
popolazione del paese si è radunata spontaneamente all’asilo.
Tra il gruppo numeroso di suore presenti, c’era sr Federica e sr Candida, molto
conosciute da tutti.
Ognuno è convenuto con qualcosa da condividere, o un dolce o da bere, così, per
ringraziare le suore.
L’emozione era alta, per il fatto che, per alcune persone, era passato tanto
tempo dall’ultimo incontro.
Tante cose da ricordare, confidare, chiedere preghiere …

La festa ha raggiunto il cuore quando i “vecchi” alunni si sono riuniti attorno
ai tavolini dell’asilo
alle loro maestre, cantando vecchie canzoni di scuola. È stato troppo
divertente.
L’allegria e la gioia si sono espresse in balli di gruppo tipici come le
tarantelle.
Ad alta voce si sono scambiate constatazioni, di positività, di stima e
gratitudine vicendevole tra la popolazione e le suore. Che dire è stata una
serata affettivamente intensa.
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10 &
lode per la poesia agli studenti di Motta Filocastro.
(29/05/2006) |
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Il 25 maggio si è svolta all’auditorium della
“Gazzetta del sud”, a Messina, la cerimonia di premiazione del supplemento
settimanale destinato alle scuole calabresi e siciliane giunto ormai alla sua
undicesima edizione, “Noi Magazine”.
Quest’anno c’è sta un’ospite d’eccezione: la troupe “RADIO UNO RAI” con la
giornalista Alma Grandin che cura il programma “NEWS GENERATION” in onda ogni
giorno alle ore 14:50.
E’ stato il giorno del “10 & lode” per i poeti, gli scrittori e i disegnatori
delle scuole calabresi.

Il direttore della Gazzetta Nino Calarco ha detto ai ragazzi presenti: "Siate
voi stessi e non abbiate paura di esprimere i vostri sentimenti e le vostre
spinte di generosità; e non seguite troppo gli adulti: voi che siete la nostra
continuazione dovete essere migliori di noi! ".
Il giornalista Renato Cortimiglia, che dirige “NOI MAGAZINE”, è apparso commosso
ed entusiasta nel leggere i componimenti dei ragazzi premiati.

L’ufficio scolastico regionale della Calabria era rappresentato da Rosanna
Barbieri.
Nel corso della serata sono stati premiati con “ 10 & lode” per la poesia due
studenti mottesi: Giovanna Galati che frequenta la classe III della scuola media
di Limbadi con la poesia “ A mio padre”, e Cosma Pata della classe I della
scuola di Rombiolo per la poesia “Il mio paese”.
I due ragazzi sono stati invitati a partecipare al programma “NEWS GENERATION”
dove in diretta, dopo una breve intervista, hanno recitato il loro componimento.
ASCOLTA LA REGISTRAZIONE
A mio padre
Mi sono abituata a non vederti più
e fingo di essere felice.
Mi mancano la tua allegria, le tue carezze,
i tuoi giochi.
Ho perso un pezzo della mia vita,
colui che mi ha fatto nascere
e mi ha visto un po’ crescere.
Saprò dire alla gente
che è stato il destino crudele a separarci,
chi sa però se saprò convincere il mio cuore
che mio padre è morto.
Rimarrai comunque il protagonista dei miei sogni
per sempre.
Giovanna Galati
Classe III A, scuola media
Istituto comprensivo di Limbadi (VV)
Il mio paese
Sulle falde del Poro
allegro è un paese:
Motta è il suo nome.
Nelle strade di pietra
giocano i bambini.
Tante macchine non passano
e tanto silenzio c’è.
Nella storia dell’antichità
era una bella città,
poi un terremoto l’ha distrutta.
Tante cose storiche sono rimaste
con i fiori sui balconi di ferro.
Cosma Pata
classe I C, scuola media
istituto comprensivo di Rombiolo (VV) |
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Irene
è maggiorenne.
(29/05/2006) |
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Il 19 maggio, nella bellissima cornice del golf
club Feudo Montalto, Irene Ingegnieri ha festeggiato il suo diciottesimo
compleanno circondata dai familiari, dai compagni di scuola e da un folto gruppo
di amici.

La serata è iniziata con un gustoso bouffe a lume
di candela in una accogliente sala, per l’occasione opportunamente allestita con
splendidi addobbi floreali, sulle note di un gradevole sottofondo musicale. A
metà serata la festeggiata ha aperto le danze; dapprima soltanto musica dance e
latino-americana, più tardi un’immancabile rota si è formata al ritmo di
tarantella.
Poco dopo la mezzanotte, prima del taglio della
torta, gigantesca, a forma di diciotto, gli amici di Motta hanno proiettato, in
onore della festeggiata, una sequenza di immagini della sua infanzia
accompagnate da un divertente componimento in versi dialettali con il quale
hanno espresso i più felici e sinceri auguri di buon diciottesimo compleanno.
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In pellegrinaggio verso la Santa Croce.
(05/05/2006) |
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Mercoledì 3 maggio alle ore 8:00 di mattina il
rimbombo della prima palla oscura è stato il primo segno della giornata di festa
che si apprestava a cominciare. Subito dopo le prime note del complesso
bandistico “Città di Rombiolo” risuonavano nelle stradine del paese.

Nella chiesa Mater Romaniae si sono ritrovati numerosi fedeli mottesi e delle
comunità limitrofe per dare inizio ed animare il lungo pellegrinaggio fino al
santuario della Santa Croce: un percorso lungo circa tre chilometri, due ore di
preghiera scandite dalle quattordici stazioni della via crucis recitate con
l’ausilio delle numerose suore giunte a Motta in occasione della ricorrenza del
settantacinquesimo anniversario della fondazione dell’ordine delle Suore
Francescane del Verbo Incarnato.

Dopo la celebrazione della Santa Messa numerosi ragazzi si sono fermati a
giocare nei campi circostanti e a fare acquisti presso le bancarelle allestite
intorno alla chiesa che vendevano “sumenta”, ”mastrazzola”, ”nucigi”, ”ciciari
calia” e dolci per i più piccoli.

Presente anche la bancarella dei manufatti del laboratorio Milleimpronte dei
piccoli artisti mottesi. |
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Aspettando la Santa Croce.
(01/05/2006) |
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Cari
amici sta per arrivare il 3 maggio e la comunità di Motta Filocastro è in
fermento per i festeggiamenti della Santa Croce. La chiesa si erge sopra un
colle dove intorno al 1550, secondo alcune testimonianze, un contadino zappando
il terreno per piantarvi una vigna, rinvenne una croce di legno.
Decise
di ubicarla su di un muretto e vi portò la figlia paraplegica la quale dopo aver
toccato e baciato il legno della croce si alzò in piedi.
Quest'anno la festa della Santa Croce assume una valenza particolare poiché
ricorre il 75° anniversario della fondazione dell'Ordine delle Suore Francescane
del Verbo Incarnato. E' questo un ordine nato a Motta Filocastro ad opera di
Madre Giovanna la quale vi giunse, insieme ad altre due suore, nel lontano 1930
e tra i numerosi doni che ci fece, ci fu una croce nella quale, nel 1991,
casualmente fu ritrovata una sua lettera oggi conservata nella Chiesa della
Santa Croce.
Sino a
pochi anni fa il piccolo monte era meta di culto solo il 3 maggio, infatti in
questa data la comunità di Motta Filocastro e i fedeli di altre comunità vi si
recavano in pellegrinaggio con una processione che aveva inizio nella Chiesa
madre "Mater Romaniae". Negli ultimi anni si avvertì la necessità di vivere più
intensamente questo luogo e si cominciò a recitarvi il Rosario una volta al mese
e successivamente il 25 di ogni mese, in concomitanza con le apparizioni della
Madonna a Medjugorie, e celebrarvi l'adorazione eucaristica.
A partire dal 1996 venne celebrato il triduo e qualche anno dopo la novena alla quale presero parte, e vi prendono tuttora, le comunità limitrofe alternandosi nella celebrazione della messa.
Il 31/05/2002 con decreto vescovile n° 11/02 la
chiesa della Santa Croce diviene Santuario diocesano. Sarebbe per noi grande
gioia poter condividere con tutti voi questa intensa giornata spirituale. Vi
Attendiamo. |
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Il giorno dell'Angelo, la festa
dell'Incontro.
(20/04/2006) |
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Il giorno dell’Angelo si ricorda l’INCONTRO di
Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Giovanna al sepolcro, di Gesù con i
discepoli di Emmaus, di Gesù con gli Undici: è il giorno dell’INCONTRO.

Nella tradizione cristiana si ricorda questo giorno
organizzando una scampagnata con amici e persone care: in questi momenti cadono
le normali barriere che ognuno di noi alza verso l’altro, la guardia si abbassa,
si è più disponibili all’INCONTRO.

Questo anno abbiamo organizzato questa splendida
giornata di festa assieme ai ragazzi di San Nicola de Legistis. Il luogo
dell’INCONTRO è stato una piantagione di ulivi di proprietà du Zi’ Ciccio Biasi
in località Casale. Là abbiamo preparato una grande tavolata per ospitare circa
60 persone senza alcun limite di età.

Dalle prime luci del mattino (circa le nove, dopo
la partita di calcio balilla Motta – San Nicola al Bar Alessia) abbiamo iniziato
a lavorare per portare tavole, cavalletti, sedie, la griglia per arrostire la
carne, u tripodi e u coddareju per gli spaghetti all’aglio olio e pancetta e
l’amplificazione per la festa a’ ballu.

Verso le 12:30 tutti a tavola e i brindisi non sono
tardati ad arrivare….poi con il suono di tamburelli e zampogne si è subito
formata la “rota” ed al centro coppie di danzatori si sono alternati per ore…la
musica ha richiamato altri gruppi che si trovavano nelle campagne vicine e la
“rota” è cresciuta sempre più.

Il fuoco, mai spento, ha alimentato la griglia fino
al tramonto. Ma la giornata non si è conclusa dopo aver ripulito la campagna du
Zi’ Cicciu, i più giovani Mottesi e San Nicolesi si sono dati appuntamento al
Bar Alessia a Motta per un cappuccino e cornetto come buon digestivo e
continuare la sfida, iniziata la mattina, di calcio balilla.

Un bel ricordo del giorno dell’ Angelo è ormai
impresso nei nostri cuori.
Il nostro augurio è che il prossimo anno altri si
possano unire a noi. |
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Madre Giovanna Francesca dello Spirito Santo.
(03/04/2006) |
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La Comunità delle Missionarie Francescane del Verbo
Incarnato di Motta Filocastro partecipa con gioia, insieme a tutta la
popolazione del paese, alla conclusione della fase diocesana della Causa di
Canonizzazione della Serva di Dio madre Giovanna Francesca dello Spirito Santo,
fondatrice del loro Istituto.
La Sessione di chiusura del Processo diocesano è
avvenuta il 25 marzo u.s., solennità dell’Annunciazione del Signore, nella
cattedrale di Fiesole (Firenze), dopo la solenne Celebrazione Eucaristica
presieduta dal vescovo mons. Luciano Giovannetti e concelebrata da altri tre
Vescovi e da numerosi sacerdoti. Sono state molte le persone convenute per
vivere con noi l’evento, intensificandone il clima di fede e di festa ed il
nostro rendimento di grazie a Dio, che opera meraviglie.

Alcune notizie della Serva di Dio:
Madre Giovanna Francesca dello Spirito Santo (Luisa Ferrari) nacque a Reggio
Emilia il 14 settembre 1888 e morì a Fiesole (FI) il 21 dicembre 1984.
Il 10 dicembre 1930, con la collaborazione del Venerabile Padre Daniele da
Torricella, diede inizio alla nuova Famiglia religiosa con la prima Comunità
missionaria a Motta Filocastro (CZ, oggi VV).
La Serva di Dio per lunghi anni poté accogliere ed accompagnare come madre
spirituale quante desiderarono essere con lei “umili precorritrici di Cristo per
le vie del mondo”, per andare incontro all’umanità sofferente e smarrita; per
soccorrerla e portarle, con la Parola, l’Amore e la Pace.
L’orientamento pastorale del Concilio Ecumenico Vaticano II la confermò nel suo
impegno di “essere Chiesa che, ringiovanita e vitale, annuncia Cristo Redentore
dell’uomo e tende la mano amica al mondo d’oggi, bisognoso di salvezza”.
La lunga esistenza di madre Giovanna Francesca è stata caratterizzata da
un’ardente passione d’amore per Gesù Verbo Incarnato; passione che trasmetteva
con la vita e la parola, perché Lui fosse accolto e così glorificato in ogni
persona.
La salma di Madre Giovanna Francesca è stata tumulata nella cappella del
Noviziato in Assisi.
Ci auguriamo che anche in questa nostra Parrocchia di Motta molte persone
possano gioire nell’esperienza della sua intercessione presso Dio.
Preghiera di Madre Giovanna:
O Dio, nostro Padre, fonte di ogni grazia,
che ci hai chiamati alla gloria eterna in Cristo tuo Figlio
e che sostieni la nostra debolezza
con la forza dello Spirito Santo:
ascolta la nostra preghiera.
Tu che hai donato alla tua serva Madre Giovanna Francesca
la gioia di lodarti con tutta la vita,
nel riconoscere e servire Gesù nei “piccoli” e nei poveri,
nell’essere fedele ed obbediente alla Chiesa,
nel corrispondere con generosità ai carismi ricevuti,
dona anche a noi di impegnarci per l’avvento del tuo Regno.
Nella speranza che madre Giovanna Francesca
sia già con te nella gloria,
concedici, per sua intercessione,
la gioia della grazia che ti chiediamo.
Padre nostro, Ave Maria e Gloria.
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Milleimpronte a
Motta Filocastro. (20/03/2006) |
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Lo
scorso Ottobre è nato a Motta Filocastro il Gruppo “Milleimpronte” formato da
tutti i ragazzi e ragazze del paese.
Milleimpronte è un laboratorio i cui frequentatori si cimentano in lavori
manuali creativi utilizzando e sperimentando molte tecniche.
Perché a Motta è nato questo
laboratorio? Per aiutare i ragazzi a scoprire e a mettere a fuoco le proprie
capacità, per far crescere in loro la fiducia e la stima di sé nel realizzare
manufatti frutto del proprio impegno.

L’esperienza di questi mesi ci conforta, notevoli sono stati i risultati
raggiunti dai partecipanti che hanno manifestato, oltre ad un forte entusiasmo
ed assidua partecipazione, crescita dello spirito di iniziativa e conquista
della consapevolezza delle proprie capacità; il laboratorio è occasione di
incontro, di confronto, è un ambiente educativo nel quale si respira e matura un
clima di accoglienza e di rispetto reciproco. Primaria è per noi l’educazione al
senso di responsabilità e di autonomia.

I manufatti realizzati vengono venduti mediante l’allestimento di bancarelle e
il ricavato serve principalmente per sostenere il costo non indifferente del
materiale e delle attrezzature necessarie per svolgere le attività specifiche
del laboratorio, ma anche per finanziare l’acquisto di qualche attrezzatura da
gioco e permettere lo svolgimento di attività sportive; ricordiamo che il nostro
paese è privo di una qualsiasi minima struttura sportiva. Inoltre è nostra
intenzione contribuire alle spese di una probabile gita o campo scuola e
acquistare materiale per la chiesa. Quotidianamente ci adopriamo affinché
attecchisca la coscienza che il cambiamento e il miglioramento sono possibili e
nascono a partire da noi.
Ringraziamo gli adulti che con dedizione, creatività e simpatia accompagnano e
guidano questi ragazzi: Mimma Jonadi, Donatella Iannello, sr Chiara e i tanti
amici che ci sostengono.
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Grandi e piccoli insieme a casa Nazareth.
(13/03/2006) |
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Da un pòdi
tempo i giovani di Motta Filocastro s’incontrano
periodicamente con i ragazzi della diocesi di
Catanzaro sotto la guida del responsabile
regionale della pastorale giovanile frate Franco
Lio. Oltre ai molti weekend di spiritualità
vissuti assieme in questi anni, indimenticabile
è stata l’esperienza della XX giornata mondiale
della gioventù a Colonia.

Per questa domenica appena trascorsa un nuovo
modo di stare assieme è stato proposto: per la
prima volta un incontro aperto a tutti, anche ai
più piccoli a partire dai 6 anni di età e non
soltanto ai ragazzi con più di sedici anni.
Un incontro che è divenuto un giorno di festa
dove grandi e piccoli hanno cantato, giocato e
dibattuto importanti temi quali l’amore immenso
di un genitore sempre disposto a perdonare e ad
accogliere il proprio figlio, e la pazienza di
non aver fretta di crescere ma di gustare tutti
i momenti della vita.

Inizialmente il luogo che ci avrebbe ospitato
doveva essere una casa sita a Serra San Bruno,
avremmo avuto così anche la possibilità di
visitare il museo della città, ma domenica
mattina un’intensa nevicata ne ha reso le vie
d’accesso impraticabili e ci ha costretti a
trovare un luogo alternativo, piuttosto che
rinunciare quando già avevamo preso posto sul
pullman che per l’occasione avevamo noleggiato.
Abbiamo dunque deciso di andare direttamente a
casa Nazareth, un antico frantoio di Stalettì,
un piccolo paese situato sulla costa ionica in
provincia di Catanzaro, oggi sede dell’ordine
dei Piccoli Missionari della Trinità di cui
Frate Franco assieme a Frate Tino e Frate Enzo
sono i fondatori.
L’iniziativa ha riscosso molti consensi ed il
viaggio di ritorno è stato animato da
un’interminabile serie di ringraziamenti da
parte dei più piccoli verso gli organizzatori di
questa giornata con l’augurio che ce ne siano
delle altre, magari la prossima volta, neve
permettendo, a Serra S.Bruno. |
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